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- personaggi illustri -

Antonio Balbiani

Antonio Balbiani nacque a Bellano l’8 ottobre 1838. Fortemente legato alla sua terra natia, nutrì per essa un grande amore.

Scrittore di “fertile ingegno”, come recita la grande lapide commemorativa posta sulle mura interne del Palazzo comunale, di intenso dinamismo e di salda volontà di emergere, note caratteriali che presto gli fecero abbandonare la strada per il sacerdozio per lui scelta dai parenti.

Conseguì a Milano il diploma di maestro per poi scegliere di vivere insegnando e scrivendo, ma gli eventi storici e il suo strabordante patriottismo lo portarono ad occupare le prime fila dell’insurrezione garibaldina che, tuttavia, dovette ben presto abbandonare per le sue precarie condizioni di salute.

Ad un ultimo e breve soggiorno a Milano seguì il ritorno definitivo sulle rive del Lario in quel di Tremezzo dove fondò e diresse “Il Nuovo Lario”, giornale che raccoglie fatti accaduti in tutti i paesi del Lario e aperto a tutte le voci.

Rimasto vedovo, e con l’unica figlia rinchiusa in convento, si dedicò anima e corpo dapprima al giornalismo, poi, a Como, all’insegnamento, per poi ritornare a Milano per un breve periodo e quindi a Vigevano, dove diresse il giornale “Il libero operaio. Lavoro e libertà”.

Ad un ultimo e breve soggiorno a Milano seguì il ritorno definitivo sulle rive del Lario in quel di Tremezzo dove fondò e diresse “Il Nuovo Lario”, giornale che raccoglie fatti accaduti in tutti i paesi del Lario e aperto a tutte le voci.

La sua produzione letteraria è immensa.

Acquisì in questo modo una grande notorietà, che lo portò ad essere sempre presente in tutte le celebrazioni e le feste di un certo richiamo.

La sua produzione letteraria è immensa, ma inversamente proporzionale alla sua capacità di gestire i profitti derivanti dalla pubblicazione dei suoi scritti al punto che, per sbarcare il lunario, accettò talvolta di fare da guida turistica e di scrivere sonetti, canzoni e odi su commissione. Trascorse gli ultimi anni della sua esistenza a Bellano, con l’anziana madre e in pessime condizioni di salute, dove morì il 19 gennaio 1889 nel più totale anonimato. Non resta alcuna traccia della sua sepoltura ma le pagine di “Como e il suo lago (Guida del viaggiatore)”, una delle sue cinquanta opere, brilla ancora oggi per la precisa e acuta promozione turistica di tutto il Lario e anche di Bellano.

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