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Chiesa di Santa Marta

 

La chiesa dedicata a Santa Marta si trova nel centro storico di Bellano, e si affaccia sull’omonima piazza nelle immediate vicinanze della Prepositurale.

Anticamente fu sede dell’omonima confraternita dei Disciplini, costituitasi nel borgo nel tardo XIV secolo e documentata nel 1455 dagli atti della rivista dell’arcivescovo di Milano Gabriele Sforza.

Nella relazione stesa da monsignor Alessandro Maggiolini del 1611, invece, sono indicati sia l’anno di costituzione della congregazione, che risalirebbe al 1387, sia quella della consacrazione della chiesa: il 1419. Infine nel 1931, a seguito di un riesame delle reliquie scoperte nel sepolcreto dell’altare, venne alla luce una piccola pergamena attestante la consacrazione della mensa con indicata la data del 1532.

Chiesa di Santa Marta

Chiesa di Santa Marta

L’edificio della chiesa originale, eretto nelle forme simili a quello dell’impianto oggi visibile, ha tuttavia subito, negli anni a cavallo tra il Tre e il Quattrocento, diverse modifiche e rimaneggiamenti. Tra queste la costruzione della seconda cappella, sul lato destro della navata, dedicata a San Nicola da Tolentino e terminata nel 1739, come riporta l’iscrizione sulla lapide. Altri lavori hanno riguardato l’interno della abside nel XVIII secolo, il ricco tiburio ottagonale nel tardo Cinquecento e la sua ricca decorazione terminata nel 1582 e infine la costruzione del campanile, distaccato dal corpo della chiesa, probabilmente eretto nel Seicento.

La decorazione del presbiterio venne ultimata nel 1706 con i due quadroni dei Miracoli di Santa Marta.

La chiesa attuale sorge su una significativa preesistenza ancora oggi a tratti riconoscibile. Si tratta di una chiesetta del primo Trecento della quale non si conosce con precisione la dedicazione; tuttavia si ritiene che non fosse già quella a Santa Marta ma quella a Santa Maria di cui si ha traccia in alcuni documenti. Sicuramente l’impianto originario aveva un orientamento canonico, ossia con la abside rivolta ad est, esattamente come la prepositurale. A riconferma di questo sopravvive quella che fu la zona presbiterale, ovvero l’attuale cappella del Santo Sepolcro che si incontra sulla sinistra appena varcato l’ingresso. La navatella corrispondeva all’attuale prima campata e con ogni probabilità proseguiva fino all’attuale cappella opposta oggi dedicata a Sant’Antonio da Padova. La piccola abside possiede caratteristiche architettoniche arcaiche che indicano come la costruzione non possa essere posteriore al XIV secolo: l’arco trionfale è a tutto sesto ribassato, la copertura è a volta a crociera le cui ricadute poggiano su semplici mensole costituite da lastre di pietra, così come avviene per l’imposta dell’arco trionfale. Questo ambiente è fuori squadra rispetto allo sviluppo armonioso della chiesa attuale, ruotata di oltre novanta gradi a seguito della ricostruzione trecentesca.

Chiesa di Santa Marta

L’attuale facciata, nonostante alcuni rimaneggiamenti, conserva la sua forma e le sue proporzioni slanciate, tipiche di un gotico maturo. Il portale, invece, è tardo ma al suo fianco sopravvivono tracce di una più piccola apertura, sormontata da una lunetta ogivale originariamente affrescata con la figura di Cristo morto. Poco più in alto, inoltre, è possibile osservare i resti di una finestrella contornata da mattoni ad arco ribassato.

Sopra il portale un timpano spezzato sormontato dalla statua del Battista del 1589 in riferimento all’aggregazione della Scuola all’Arciconfraternita della Basilica Lateranense in Roma. Più in alto si scorge una grande apertura di forma rotonda, mentre il coronamento della facciata è scandito dalla sequenza di archetti pensili a tutto sesto, intrecciati a formare ogive, realizzati in laterizio e riproposti anche sul lato posteriore del complesso.

Pregevole anche la decorazione a stucco ed affresco del tiburio: negli intradossi dei due archi sono raffigurati Profeti e Sibille, nei pennacchi i Profeti Maggiori, nel tamburo i Santi Nazaro e Celso, Santa Marta e Santa Maria Maddalena negli spicchi della volta allegorie e angeli con i simboli della Passione. Di particolare rilievo sono anche gli arredi lignei del presbiterio e il grande armadio della sacrestia, così come alcuni dipinti tra i quali l’Apparizione della Vergine col Bambino a Sant’Antonio da Padova, la Supplica di Santa Marta e Maria a Cristo e due tondi raffiguranti San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.

Nel 1786 la confraternita di Santa Marta fu sciolta per volere del governo austriaco: i beni passarono in mano di privati e la chiesa divenne sussidiaria della Parrocchiale che acquistò anche i locali della confraternita.

All’interno è custodito un prezioso gruppo ligneo di statue a grandezza naturale raffiguranti la Deposizione ed attribuito allo scultore Giovanni Del Maino, noto tra il 1496 e il 1536.

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