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Chiesa dei Santi Nazaro e Celso

La prepositurale dei Santi Giorgio Nazaro e Celso, eretta tra il 1342 e il 1350, è la chiesa parrocchiale di Bellano.

Probabilmente è stata edificata per sostituire la primitiva chiesetta dedicata alla Vergine che sorgeva non lontana dal lago, tra Coltogno e il torrente Pioverna.

Il 9 settembre 1341, durante una grossa piena, le acque strariparono distruggendo la chiesa e, quando si decise di costruirne una nuova, si scelse un luogo più elevato e al riparo dalla violenza delle acque.  La struttura originaria prevedeva la costruzione di tre navate a quattro campate, una abside per ospitare l’altare maggiore e due torri campanarie, sul modello del Sant’Abbondio di Como. Dal progetto, durante il XVI secolo, vennero presto eliminati i campanili le cui fondazioni vennero riadattate per ospitare due altari minori ai lati di quello principale. Le campane, quindi, trovarono una collocazione provvisoria sulla sommità della facciata principale.

Un successivo rimaneggiamento del progetto originale vide l’abbattimento della piccola abside che venne sostituita da una di dimensioni maggiori e protratta di una campata per poter ospitare il nuovo altare e il coro. Inoltre, questo ambiente venne voltato ad una quota superiore, come testimoniano ancora oggi i piloni su cui sono ancorati i pulpiti e in cui è possibile vedere l’imposta dell’arco originale. Solo nel 1567, invece, venne eretta l’attuale torre campanaria, che con la sua altezza si rende ben visibile, specie per chi giunge dal lago.

L’altar maggiore è il frutto della grande generosità dei bellanesi, realizzato grazie a numerose e continue oblazioni.

La facciata, caratterizzata dall’alternanza di fasce marmoree bianche e nere, misura 17,30 m in altezza e 18 in larghezza. Segue uno schema a salienti e risulta essere tripartita seguendo la suddivisione interna delle navate. La partizione è realizzata mediante paraste collegate tra loro in sommità grazie alla successione di archetti pensili tipici dell’architettura romanica. Alla base sono presenti tre aperture contornate da colonnine a fascio e sormontate da lunette a sesto acuto, un tempo affrescate. I dipinti delle porte minori non sono sopravvissuti, mentre quello della lunetta centrale è oggi conservato all’interno della chiesa e rappresenta la Vergine in trono con manto e corona regale che regge il divino infante con ai lati i Santi Nazaro e Celso. Al di sopra degli ingressi sono presenti tre finestre circolari: le laterali di dimensioni modeste, sono contornate da conci bianchi e neri, quella centrale, invece, risulta essere un rosone vero e proprio, circondato da pregevoli terrecotte verniciate di color verde. L’anello più interno è costituito da archetti ogivali intrecciati a cui seguono quattro anelli con decorazione floreale separati da listelli a foggia di spirali, nastri e cordoni. Al centro la vetrata rappresenta i Santi Patroni Nazaro e Celso. Tra quest’ultimo e il portale principale si colloca un’edicola gotica ospitante un altorilievo di S. Ambrogio, patrono della diocesi.

Altri fregi si trovano sulle chiavi di volta degli ingressi su cui sono rappresentanti, a partire da quella di sinistra, una mano benedicente, un agnello con croce greca e una croce latina. Al di sopra della finestrella tonda di destra è presente uno stelo di erba lacustre, ricorrente anche in alcune tele rinascimentali. Infine, sulle paraste centrali, sono raffigurati gli stemmi della famiglia Visconti: una biscia affiancata dalle lettere I O, e della famiglia Torriani: una torre affiancata dalle lettere A N.

All’interno le decorazioni di maggior pregio sono rappresentate dal pavimento in marmi bicromi bianchi e neri, che riprende la facciata, e dagli affreschi della navata centrale che poggia su pilastri quadrangolari in pietra di Moltrasio che reggono volte a crociera.

dettaglio del pavimento

Questo tipo di copertura è sicuramente un’aggiunta frutto dei rimaneggiamenti che si sono susseguiti nel tempo; originariamente, infatti, la navata terminava con delle semplici capriate di legno del tetto.

Gli affreschi delle volte risalgono invece al periodo rinascimentale, come si può leggere nei due cartelli dipinti nella volta che sovrasta l’organo.

A partire dall’ingresso, gli affreschi delle volte rappresentano:

  • La prima campata contiene i cartelli recanti la data del 1530 e alcuni putti reggenti altri cartelli in cui sono riportati dei motti in latino. La serraglia in pietra della volta rappresenta San Celso.

Il sottarco che precede la prossima campata contiene affreschi rappresentanti Adamo ed Eva e sei sibille.

  • La seconda campata contiene figure simboliche quali un airone su nido con ali spiegate, l’agnello pasquale con calice e patena ed infine una colomba simboleggiante la pace. Come nella prima campata sono presenti alcuni cartelli contenenti motti in latino. La serraglia della volta rappresenta San Giorgio.

Il sottarco successivo contiene la rappresentazione di otto profeti separati tra loro da cartelli recanti le principali profezie circa la venuta del Messia.

  • La terza campata risulta essere decorata con motivi prevalentemente floreali e la serraglia rappresenta Sant’Ambrogio.

Il prossimo sottarco mostra nuovamente alcune sibille senza però riportare alcun motto.

  • La quarta campata, prossima all’altar maggiore, contiene i simboli propri della passione: la colonna della flagellazione a cui sono legate la canna con spugna e la lancia e su cui poggia un gallo; tre chiodi della crocifissione e il sudario su cui è impresso il volto di Gesù; un teschio raffigurante il Calvario e la croce con corona di spine e scritta INRI; ed infine un ostensorio e un pellicano che si ferisce il petto per nutrire i piccoli. La serraglia rappresenta San Nazaro.

L’ultimo archivolto contiene pitture raffiguranti quattro profeti.

Interno Chiesa dei Santi Nazaro e Celso

Le pitture delle pareti laterali, infine, contengono volute con busti e teste di angeli che reggono otto grandi medaglioni raffiguranti i patroni delle frazioni principali della Parrocchia. Ogni gruppo di angeli e medaglioni è contornato da arabeschi in chiaroscuro.

L’altar maggiore, originariamente in legno intagliato e dorato, si presenta oggi come una monumentale composizione di marmi policromi, fregi e statue. Esso è il frutto della grande generosità dei bellanesi poiché realizzato interamente grazie a numerose e continue oblazioni di famiglie povere, piccoli proprietari terrieri e umili lavoratori.

Al centro vi è un tempietto con funzione di tabernacolo con ai lati le teste degli apostoli di profilo. Sopra la grande statua del Sacro Cuore con ai lati, tra i pilastri, i Santi Nazaro e Celso e ai margini due angeli adoranti. L’altare è coronato da un frontone triangolare contenente l’occhio della fede con raggi dorati sormontato da un podio su cui poggiano tre sculture raffiguranti la Fede e la Speranza con al centro la figura del Salvatore.

A sinistra dell’altar maggiore si trova la cappella dedicata alla Vergine del Rosario decorata con gessi e stucchi dorati le cui pareti ospitano tavole ad olio rappresentanti i misteri del rosario. Di pregio è l’ancona in legno dorato con nicchie contenenti le sculture della Vergine e dei Santi Nazaro, Celso, Giorgio e Ambrogio.

A destra dell’altar maggiore si trova la cappella di San Giovanni in cui spicca la pregevole pala nella quale sono dipinti i principali fatti della vita del Santo. Degna di nota è anche la tela dipinta a tempera raffigurante la Madonna detta delle Rose.

Un altro elemento artistico degno di nota è il battistero, posto in prossimità dell’ingresso di sinistra. Esso risale al ‘600 ed è composto da elementi in marmo nero di Varenna e in marmo rosso. Si compone di colonne monolitiche sormontate da un’alta trabeazione barocca con al centro la vasca battesimale in marmo nero venato di Varenna.

Galleria fotografica

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